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È UNA JUVE D’ACCIAIO, BASTERÀ? | DI MIRKO NICOLINO
Novembre 6

È UNA JUVE D’ACCIAIO, BASTERÀ? | DI MIRKO NICOLINO
La Juventus di Massimiliano Allegri ha conquistato a Firenze la quarta vittoria consecutiva, l’ottava su undici gare in stagione. Con questi tre punti i bianconeri consolidano il secondo posto (26 punti), allungando sul Milan (terzo a -4) e rimanendo attaccati al treno dell’Inter, che rimangono primi in solitaria a quota 28. Non so in quanti avrebbero pronosticato questo score in estate dopo i tanti addii e soprattutto dopo le defezioni praticamente definitive di Pogba e Fagioli.
Quello del Franchi è il 5° clean sheet consecutivo della Vecchia Signora, che assieme all’Inter ha la migliore difesa del campionato (solo 6 gol subiti), mentre ha il 7° attacco della Serie A con 17 reti segnate. Cristiano Giuntoli e lo stesso tecnico livornese continuano a sostenere che lo scudetto non sia l’obiettivo stagionale, ma che nei pensieri dei calciatori debba esserci in primis il ritorno in Champions League. Ovvio che molti tifosi storcano il naso, sia per questo tipo di comunicazione, sia per la qualità del gioco, ma la verità è che in questo momento la squadra di Allegri sia perfettamente in linea con gli obiettivi posti dalla proprietà.
Curiosamente, dopo la gara con la Fiorentina sento dire che la Juventus segue alla perfezione il suo allenatore, con cui è assolutamente in sintonia, dopo che per settimane si è detto esattamente il contrario. Ovvero, che Allegri fosse completamente solo alla conti nassa, ormai non più credibile agli occhi del gruppo. Se torniamo per un attimo alla qualità della rosa (al Franchi oltre ai due squalificati mancavano Weah, Alex Sandro, capitan Danilo e De Sciglio) e al mercato non fatto in estate, non si può che essere contenti per lo score attuale della Juve. Anche perché poi bisogna avere equilibrio nei giudizi: esattamente tre turni fa in molti (anche tantissimi juventini) sostenevano che Juventus e Fiorentina avessero gli stessi punti (17) perché nonostante i bianconeri fossero superiori nella rosa, i viola avessero un allenatore e la Signora no. Da lì in poi i toscani non hanno più vinto, mettendo a segno 0 gol in tre giornate, mentre Max Allegri le ha vinte tutte.
Cos’è che fa la differenza in definitiva? È l’annosa questione tra gioco e giocatori, dalla quale non se ne esce, anche perché alla fine tutti i giudizi sono condizionati inevitabilmente dal risultato. L’azienda Juventus, in questo momento storico, non può prescindere dai risultati sportivi, da cui dipendono anche quelli finanziari, ragion per cui a caval donato non può guardare in bocca.
Quanto alla prestazione in sé, una menzione particolare la merita tutto il pacchetto difensivo della Juventus, con Bremes sostanzialmente mostruoso, ma bisogna dare anche atto a Daniele Rugani di aver fatto delle letture importanti, con un salvataggio potenzialmente decisivo ai fini del risultato. Grande sacrificio anche da parte di Weston McKennie, che da mezzala o da esterno è diventato elemento imprescindibile per Max Allegri, dopo essere stato vicino ad una nuova cessione dopo la parentesi al Leeds.
Breve ma non meno importante parentesi sulla direzione arbitrale. Posto che non dovrà mai essere una scusante né un termine di giudizio per le prestazioni della Juve, non si può non evidenziare ancora una volta un metro di gestione di falli e cartellini alquanto discutibile. Rabiot (era diffidato e salterà il Cagliari) e Gatti si beccano il giallo al primo e tutt’altro che grave fallo, mentre Nico Gonzalez e Arthur vengono graziati. Qual è il metro corretto? Quello molto severo utilizzato nei confronti della Juventus, che continua ad essere una delle squadre più ammonite per numero di falli commessi, o quello permissivo nei confronti dei viola?