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FAGIOLI (E JUVENTUS), STORIA DI UNO SCIACALLAGGIO ANNUNCIATO | DI MIRKO NICOLINO
Ottobre 15

FAGIOLI (E JUVENTUS), STORIA DI UNO SCIACALLAGGIO ANNUNCIATO | DI MIRKO NICOLINO
Non c’è pausa delle nazionali che non riservi ai tifosi della Juventus delle sorprese e purtroppo nella maggior parte dei casi si tratta di sorprese non proprio positive. Anche perché, al solito, la narrazione tende a portare acqua al suo mulino e parlare della Vecchia Signora in certi termini fa guadagnare. È inutile nascondersi dietro a un dito e non c’è alcun vittimismo nel constatare una situazione di fatto: la Juventus è la squadra più amata d’Italia e di conseguenza anche la più odiata, visto che nei suoi confronti si coniuga la rabbia e il rancore di tutte (o quasi) le altre tifoserie.
Normale (in Italia, non in un Paese normale), dunque, che si cerchi di estremizzare ogni cosa che riguardi i colori bianconeri o i suoi tesserati. È così che da giorni Nicolò Fagioli subisce letteralmente uno stillicidio, mentre sugli altri nomi ci sia massima prudenza. Intanto smentiamo subito un assunto che molti osservatori e tifosi delle altre squadre evidenziano da giorni: “Normale che Fagioli sia il più chiacchierato, si è autodenunciato”. Attenzione, il nome di Nicolò è stato fatto ai primi di agosto, è stato confermato ad inizio ottobre da fughe di notizie da una Procura (sempre la stessa) e solo dopo i primi giorni di gogna mediatica, i suoi legali hanno chiarito che il ragazzo si è autodenunciato e sta collaborando con tutte le autorità, anche quelle sportive.
Questo gli porterà sicuramente dei benefici in termini di sanzioni, mentre è tutto da vedere cosa succederà con gli altri, che stando alle cronache giornalistiche, avrebbero scommesso anche sul calcio, ma negli interrogatori preliminari avrebbero negato questa eventualità. Nessuno lo dice, ma se dovessero essere accertate le puntate e i diretti interessati, a differenza di Fagioli, hanno negato, per loro le sanzioni sarebbero ben più pesanti.
Oggi un quotidiano come il Messaggero ha riportato l’indiscrezione secondo cui gli uomini della Squadra Mobile avrebbero trovato riscontri su almeno altri 30 nomi di tesserati invischiati nella vicenda scommesse, eppure (giustamente) le loro generalità non si conoscono, nessuno ne parla, né rivela frasi relative ai l interrogatori e alle loro chat. Nel caso di Fagioli, invece, emergono ogni giorno nuovi dettagli e addirittura viene accusato di aver tirato in mezzo lui altri tesserati. Povere stelle, non volevano giocare, ma il solito cattivone juventino li ha costretti. Esattamente come le plusvalenze: la Juve aveva il 17% di fatturato in plusvalenze, mentre i club che facevano affari con i bianconeri il 40% se non di più, ma non facevano le plusvalenze per i loro bilanci, bensì perché erano succubi, club satelliti della Vecchia Signora.
Chi segue queste vicende non ha bisogno di approfondimento, ma spero vivamente che chi come Leonardo Bonucci viene tirato in mezzo a situazioni nebulose in maniera indebita, faccia davvero quanto promesso, ovvero si tuteli nelle sedi legali perché non se ne può più di questo sentimento popolare orientato quotidianamente ad arte dai soliti noti. La giustizia deve fare il suo corso, ma i processi non si fanno in piazza né sui social network e tutti devono essere tutelati davanti all’opinione pubblica fino a prova contraria. In questo, non ce ne voglia John Elkann, dovrebbe essere anche più attiva la Juventus stessa, perché se è vero che non si possono passare le giornate a scandagliare giornali e social network per querele, allo stesso tempo si deve stabilire un limite chiaro oltre il quale la società non può tollerare. Per fortuna, ci sono realtà come la fondazione Jdentità Bianconera che in questo senso si sta dando molto da fare. Iniziative che a mio avviso vanno sostenute e pubblicizzate. All’indecenza deve essere posto un freno.