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IL GIUDIZIO DI DIO: JUVE-MONZA | DI LUCIO CASCAVILLA
Gennaio 20

IL GIUDIZIO DI DIO: JUVE-MONZA | DI LUCIO CASCAVILLA
PERIN 6
Il portiere di riserva in seguito alle direttive dell’allenatore, resta calmo a leggere l’ultima trilogia di Tex, Vancouver. A fine primo tempo ne parla anche con Vignato: bella storia, anche se un po’ diluita.
GATTI 5.5
Si perde l’autore del gol e anche la messa celebrata dal laico Landucci, prima del riscaldamento. Giunge in tempo per i vespri e legge la prima e la seconda antifona, e intona l’alleluia, sul secondo gol di Chiesa.
RUGANI 6
Nonostante le foto in costume della moglie, che troviamo su internet, ieri sera prima del match ha pregato insieme al massaggiatore leggendo a voce alta, nello spogliatoio, i misteri dolorosi del tifoso della Juve.
DANILO 6
L’intellettuale del gruppo: legge libri di psicologia comportamentale, le laudi, la compieta e adora la confessione di gruppo; meno la difesa a zona sui calci piazzati.
MCKENNIE 5.5
È il Robert De Niro di Allegri. O il suo Mosè: parla con l’erba, discute con le panchine, osserva i piccioni e fa anche un buon assist. E anche se non risplende di luce propria, resta in campo per 90 minuti.
PAREDES 4
Era stato presentato come il Messia. Quello che avrebbe trasformato l’acqua in Gatorade e i MacDonald in panini dieteci. Invece continua a vendere vino annacquato e patate fritte surgelate.
FAGIOLI 6.5
Il più grande rammarico è che riesca a passare la palla in avanti. E allora gioca poco: come Capannelle nei Soliti Ignoti, o i tanti caratteristi che fanno lo sfondo agli attoroni che vincono gli oscar.
MIRETTI 6
Una lunga litigata con l’allenatore dovuta alla decisione di non rinnovare l’abbonamento a Netflix. Galeotto fu il paragone tra il sistema di programmazione del colosso dello streaming con la tattica del duca di Livorno: una lunga sequela di serie, senza intensità e girate con il freno a mano tirato, che conducono alla pennica, sulla linea di demarcazione del sofà.
LOCATELLI 6
Landucci lo manda a prendere la pizza da portare in tribuna per Allegri, che per la fretta di vedere gli ultimi episodi di Don Matteo, con il cambio Terence Hill-Raul Bova, al sessantesimo minuto della settima puntata, ha dimenticato di mangiare e di lasciare i soldi per la mancia del ragazzo di Deliveroo che, in bici, gliel’ha consegnata.
ILING JUNIOR 6.5
In settimana è stato con John Elkann alla retrospettiva sul regista Parajanov, messo al bando in Unione Sovietica, negli anni ‘60. Il rampollo degli Agnelli ne ha approfittato per dormicchiare, mentre Iling ha preso appunti e spiegato alcuni simbolismi nascosti al suo datore di lavoro.
ALEX SANDRO 5.5
Resta a presidiare l’area, come i sadducei del sinedrio che dovevano giudicare Gesù. Chi volete libero? Danilo o Alex Sandro?
SOULE’ 6.5
Dopo aver lavato i piatti a casa Ferrero, nuovo presidente, ed averli asciugati senza lasciare alcuna goccia sui bordi, è stato promosso a titolare, ma solo per una sessantina di minuti. Perché anche lui, come dicono i consiglieri di maggioranza, ne deve mangiare di pane tosto, prima di giocare titolare.
DI MARIA6.5
Entra e la partita si scalda. Lui è l’unico autorizzato a poter decidere quali sono i canti da intonare durante la celebrazione liturgica: è giunta l’ora (di passarla indietro), fantasista per amore, cantico delle reti inviolate, esci dalla tua area Abramo.
KEAN 6
Primo tiro e gol. Poi resta fermo, come durante la via crucis, alla quarta stazione, mentre tutti i suoi compagni, cantando inni al signore, avanzano fino alla conclusione. E lui riflette: ma una partita di calcio non dovrebbe essere un atto di gioia, invece che un atto di dolore?
CHIESA 7
In settimana, su suggerimento di Scanavino, ha letto “L’insostenibile leggerezza dell’essere un terzino” e si è messo l’anima in pace. A fine anno emigrerà in qualche altro ruolo e imparerà: corsa a scartamento ridotto e pressing fine a sé stesso. E leggerà: lo zen e l’arte dello zero a zero; la miglior difesa è la difesa, Vai avanti tu che io devo difendere, Vieni avanti terzino, Difese (a oltranza) a mezzanotte,
MILIK SV
Tiene la palla e ogni tanto vorrebbe usarla come segnalibro per poter continuare a leggere l’autobiografia di Nedo Sonetti: come difendere il pareggio, anche sotto di due gol.
ALLEGRI 5
Da un anno e mezzo, data del ritorno a Torino, si è trasformato in un santone. Vedere le partite della sua squadra è un atto di penitenza globale. Come se il tifoso juventino dovesse espiare i lunghi anni di vittorie. Il mantra che ripete alla squadra è: calma, calma. E in partita ci si diletta con rudimenti di buddismo: meditazione e osservazione delle altre squadre giocare, per trascendere la realtà. Per fortuna di tanto in tanto entra qualche giocatore che vede il campo in discesa.
Lucio Cascavilla