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JUVENTUS: CREDERE NELLO SCUDETTO NON È UN VOLO PINDARICO | DI STEFANO DENTICE

Novembre 12

JUVENTUS: CREDERE NELLO SCUDETTO NON È UN VOLO PINDARICO | DI STEFANO DENTICE

La cultura della vittoria alberga da sempre nel DNA della Juventus. E anche quest’anno, in ottica scudetto, al momento la classifica sorride alla Juve che, sicuramente per una notte, rimarrà in testa con 29 punti a distanza di una lunghezza dall’Inter seconda, a sei punti dal Milan, terzo, e a otto dal Napoli al quarto posto. Attualmente la situazione è questa. Entrando nello specifico, i bianconeri hanno vinto nove partite su dodici giornate di Serie A, hanno ottenuto due pareggi e rimediato una sconfitta con 19 gol realizzati e 7 subiti. Dunque, dati alla mano, ci sarebbero tutti i presupposti per ambire alla conquista del tricolore, pur restando un passo indietro a livello di organico rispetto a Inter, Milan e Napoli, salvo nuovi acquisti a centrocampo nel mercato di gennaio: ogni riferimento a Højbjerg, de Paul e Samardžić è puramente intenzionale. La Vecchia Signora ha il quinto miglior attacco del campionato in coabitazione con l’Atalanta e la seconda miglior difesa alle spalle della squadra di Simone Inzaghi. Dunque, questi numeri devono invitare a una seria riflessione: secondo lo stuolo di luminari della tattica tifosi della Juventus, che con ogni probabilità avranno giocato a calcio al massimo sulle spiagge di Spotorno, l’unica responsabilità è da ascrivere a Massimiliano Allegri, colpevole anche delle troppe buche presenti sulle strade di campagna di Moncalieri, ignorando artatamente che Madama produce numerose occasioni da gol non capitalizzate a causa dello scarso cinismo negli ultimi 15-20 metri. Per ciò che concerne invece la fase difensiva, le sette reti subite evidenziano la grande solidità e la brillante organizzazione che consentono alla Vecchia Signora di essere quasi imperforabile. Ma anche in questo caso i sedicenti scienziati della tattica attribuiranno il merito probabilmente agli addetti alle pulizie della Continassa. A lasciar ben sperare per l’immediato futuro, c’è anche la crescita dei singoli come Gatti, Bremer, il tanto vituperato Daniele Rugani, Cambiaso, McKennie, Locatelli, Rabiot, Miretti, Kostić, Kean e Milik, mentre Vlahović e Chiesa su tutti, in confronto agli altri, non sono ancora al 100% della forma. Altra nota intonata e positiva è la buonissima condizione atletica della squadra, che non arranca più dopo sessanta-settanta minuti di gioco come accadeva la scorsa stagione, questo anche grazie al fatto di disputare una sola competizione fino a dicembre. Proprio per questo motivo, con un occhio di riguardo per Inter, Milan e Napoli impegnate in Champions, aumentano le possibilità di poter lottare fino alla fine per vincere il titolo. Allegri in primis, Giuntoli e tutta la società continuano a tenere il profilo basso dichiarando pubblicamente che l’obiettivo è il raggiungimento del quarto posto. Ma chi conosce fino in fondo l’ambiente Juve sa benissimo che fra le mura della Continassa balenano idee diametralmente opposte. Dopo dodici match il bilancio è più che positivo, la fiducia cresce in modo sensibile e l’autostima pure. Pertanto, con questi risultati, pensare in grande non può e non dev’essere un’utopia. Perché alla Juve vincere è sinonimo di routine. Da sempre.

di Stefano Dentice

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Data:
Novembre 12
Categorie Evento:
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Luogo

Allianz Stadium
Corso Gaetano Scirea, 50, 10151 Torino TO, Italia
Torino, IT 10151 Italia
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