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L’EDITORIALE – ADRIEN RABIOT: IL PREDICATORE NEL DESERTO BIANCONERO | DI STEFANO DENTICE

Aprile 27

L’EDITORIALE – ADRIEN RABIOT: IL PREDICATORE NEL DESERTO BIANCONERO | DI STEFANO DENTICE

Nel mare magnum di prestazioni deprimenti della Juventus, soprattutto nell’ultimo mese, l’unico a salvarsi è Adrien Rabiot. Il centrocampista transalpino, attualmente a quota undici gol realizzati in questa stagione, sta sorreggendo da solo l’intero centrocampo bianconero, caricandosi la squadra sulle spalle come un vero leader dovrebbe fare, nel segno del carattere, della personalità, del carisma. Un esempio da emulare il calciatore francese, sovente (a volte anche giustamente) bersagliato da molti tifosi juventini e da tanti addetti ai lavori per alcune prove nettamente al di sotto della sufficienza. Ma oggi, se c’è un giocatore più di tutti davvero degno di indossare la gloriosa maglia della Vecchia Signora, questo è proprio il ventottenne nato a Saint-Maurice. A dire il vero, già nella scorsa stagione e soprattutto in questa annata, fin dall’inizio, il “Duca Bianco” ha quasi sempre dimostrato di essere all’altezza della situazione, anche grazie all’incondizionata fiducia accordatagli da Massimiliano Allegri. Senza dover necessariamente riavvolgere il nastro per tornare indietro di qualche mese fa, basti pensare alla prestazione di Rabiot offerta nell’avvilente semifinale di ritorno di Coppa Italia contro l’Inter, a “San Siro”, disputata da una Juve imbarazzante. Ebbene sì, anche in un match come quello di Milano che è costato la meritata estromissione di Madama dalla coppa nazionale, il numero 25 bianconero è stato il solo a dare reali segni di vita in una linea mediana che si è contraddistinta per un palleggio pachidermico, una totale assenza di dinamismo e attributi e, in particolar modo, una completa mancanza di furore agonistico che sarebbe stato indispensabile per fronteggiare il centrocampo nerazzurro. Adrien Rabiot, infatti, sembrava che stesse predicando nel deserto, provando a “strappare”, a contrastare vigorosamente per cercare di arrivare in anticipo sulle seconde palle, a lottare, a supportare tutti i compagni sia in fase di possesso che in quella di non possesso, senza mai trovare al suo fianco qualcuno che fosse calcisticamente vivo e vegeto. In questo momento a dir poco difficile (dentro e fuori dal campo), Rabiot rappresenta un’àncora di salvezza per la Juventus e per Max Allegri (protagonista in negativo nella semifinale di ritorno di Coppa Italia con scelte tattiche che definire discutibili suona come un eufemismo). Oggi c’è bisogno del transalpino come l’ossigeno, in un finale di stagione delicatissimo per una squadra che punta alla vittoria dell’Europa League e al secondo posto in Serie A. Già con lui presente sul manto erboso è straziante, senza di lui sarebbe tragico. L’auspicio di tutto il popolo bianconero è che Adrien Rabiot abbia la forza, fino all’ultima gara di questa drammatica annata, di condurre verso la guarigione una squadra che ora, purtroppo, è cagionevole di salute.

di Stefano Dentice

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Data:
Aprile 27
Categorie Evento:
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Luogo

Stadio Meazza
Milano, Italia + Google Maps