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L’EDITORIALE – BRUTTA JUVE, GIOVEDÌ NON CISARANNO SCUSE | DI MIRKO NICOLINO

Febbraio 20

L’EDITORIALE – BRUTTA JUVE, GIOVEDÌ NON CISARANNO SCUSE | DI MIRKO NICOLINO

Contro lo Spezia quella della Juventus è stata una brutta prestazione. È inutile girarci attorno, anche se è fondamentale tornare un attimo indietro alla gara di Europa League pareggiata col Nantes per 1-1 all’Allianz Stadium giovedì scorso. In quella occasione, infatti, la squadra ha giocato, seppur prendendosi una pausa tra i minuti finali del primo tempo e l’inizio della ripresa. La narrazione su quella gara è distorta perché manca un calcio di rigore, sono stati colpiti tre legni (due con lo stesso tiro) e per di più ci sono state altre occasioni da gol degne di nota. Il Nantes non ha fatto praticamente nulla, sfruttando cinicamente il contropiede concesso dai bianconeri. Ogni altro racconto è distorto prevalentemente dall’avversione personale nei confronti di Massimiliano Allegri, che invece non dovrebbe mai condizionare i giudizi sul complesso e sul contesto.
Quella vista al Picco è invece stata una Juve remissiva e con il freno a mano tirato. Non penso che Allegri abbia chiesto ai suoi giocatori di esprimersi in quel modo contro lo Spezia, ma sta di fatto che la squadra di casa, pur nell’incertezza dovuta alla mancanza di un allenatore dopo l’esonero di Gotti e l’attesa del nuovo tecnico, ha giocato molto meglio. Addirittura, all’inizio del secondo tempo, la Juventus è parsa totalmente in balìa degli avversari, incapace di effettuare tre passaggi di fila quando in possesso palla e in affanno in fase di non possesso. Solo il caso e l’ottima serata di Perin hanno evitato di capitolare. Della serata salviamo dunque i 3 punti oltre che le prestazioni di alcuni singoli, come Kean che si è fatto trovare pronto in occasione del cross di Kostic, ma soprattutto come Di Maria.
Il ‘Fideo’ è entrato alzando il tasso tecnico della squadra e di conseguenza dando tranquillità a tutti i compagni. Una volta recuperata palla, avere a disposizione l’argentino in campo cambia il mondo. La Juve ha smesso di perdere palloni banali e ha cominciato anche ad imbastire transizioni interessanti, che con un po’ di lucidità in più avrebbero potuto rimpinguare il bottino. Il gol del 2-0, poi, è una totale invenzione di Angel, che già col Nantes aveva dimostrato di avere il piede caldo e solo l’estremo difensore avversario gli ha negato la gioia del gol.
Insomma, questa squadra è inevitabilmente dipendente dai suoi uomini migliori. Dalla cintola in su del Fideo, in difesa di Bremer, che era assente per squalifica e che a parte qualche eccezione, quest’anno ha dimostrato con la sua esplosività fisica di poter guidare magistralmente il pacchetto arretrato. Rugani ha fatto il suo, ma non c’è paragona ovviamente. Imprescindibile anche Kostic con il suo lavoro su 80 metri, mentre dall’altro versante c’è il nulla cosmico, con Cuadrado rientrato dall’infortunio ma ancora irriconoscibile. A centrocampo, a mio avviso, sta mancando il Rabiot di inizio stagione: il francese non è brillante e incisivo come i mesi scorsi, quando però sembra indubbiamente abbia overperformato andando oltre ogni sua precedente statistica.
Giovedì sera a Nantes, dunque, servirà molto di più di quanto visto a La Spezia. La speranza è che i bianconeri inconsciamente abbiano giocato al risparmio al Picco, in modo da conservare le migliori energie fisiche e mentali per la gara di Europa League. Lo score europeo degli ultimi anni non è di certo incoraggiante, ma questa Juventus ha le carte in regola per andare a fare risultato in Francia. Altrimenti, senza girarci tanto attorno, sarebbe un altro fallimento, l’ennesimo. Dopo l’eliminazione ai quarti di Champions League contro l’Ajax, nell’ultimo anno del precedente ciclo di Allegri, sono arrivate le eliminazioni agli ottavi contro Lione (Sarri) e Porto (Pirlo), mentre quest’anno la competizione dalle “grandi orecchie” è finita già ai gironi. Il trend è in calo, non da ieri, dunque, e un’eliminazione col Nantes rappresenterebbe un ulteriore step verso il basso. Se si vuole ricostruire, bisogna trovare fiducia anche su palcoscenici europei di secondo piano, per poter poi tentare nuovamente la scalata verso quell’Olimpo raggiunto con le due finali di Berlino e Cardiff.
Parentesi doverosa sugli insulti razziali contro Kostic. Nei mesi scorsi c’è stata una levata di scudi (giusta, per carità) per il trattamento riservato al Napoli nel corso della sua trasferta al Picco. Oggi sui principali media non v’è traccia di quanto accaduto ieri. Poi dicono che non c’è una disparità di visibilità data a determinati argomenti a seconda di chi vi sia in mezzo…

Mirko Nicolino

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Data:
Febbraio 20
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Luogo

Torino
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