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L’EDITORIALE – CARI ELKANN-AGNELLI, SERVE TUTTA LA “POTENZA DI FUOCO” | DI MIRKO NICOLINO

Febbraio 8

L’EDITORIALE – CARI ELKANN-AGNELLI, SERVE TUTTA LA “POTENZA DI FUOCO” | DI MIRKO NICOLINO

Dopo il passaggio del turno in Coppa Italia contro la Lazio, la Juventus di Massimiliano Allegri ha ottenuto un altro successo sul campo della Salernitana. Alla vigilia, il tecnico livornese aveva presentato la sfida come uno scontro salvezza, classifica alla mano, anche se a molti supporters bianconeri questa uscita non è piaciuta. Piaccia o non piaccia, la penalizzazione di 15 punti ha falsato il campionato della Vecchia Signora, che però dovrà continuare a fare la propria parte. Dopo il KO pesante contro il Napoli al Maradona, i bianconeri sembravano essersi subito ripresi contro l’Atalanta, quando abbiamo assistito ad una gara spettacolare e aperta. La successiva gara casalinga contro il Monza (6 punti contro la Juve in stagione), ha però ripresentato a Max e i suoi ragazzi i fantasmi di inizio stagione, quando la squadra era completamente in balìa degli eventi.
All’Arechi, invece, la Juventus ha confermato i passi avanti fatti contro la Lazio in Coppa Italia. La squadra ha concesso poco o nulla alla formazione di Davide Nicola, così come aveva già fatto contro Maurizio Sarri, il cui calcio spettacolo in 180 minuti contro i bianconeri la porta di Szczesny l’ha vista praticamente col binocolo. Insomma, Allegri e i suoi hanno ripreso la via dei clean sheet e in più possono sorridere per il pieno recupero di Dusan Vlahovic. Il serbo ha messo a segno una doppietta a Salerno, con la quale spera di aver allontanato il periodo nero dovuto principalmente alla pubalgia. È mancato troppo l’ex viola alla squadra e al mondo Juve in generale: su di lui si vuole costruire il futuro, a dispetto delle voci che circolano su un possibile addio a fine stagione, soprattutto se le cose si mettessero ulteriormente male a livello di processi sportivi.
Potrei soffermarmi ancora sulla prestazione di Salerno, evidenziando gli ottimi 60 minuti di Angel Di Maria, che quando sta bene è un vero e proprio regista a tutto campo, ma inevitabilmente quello che sta fuori dal rettangolo di gioco in questi giorni ha preso nettamente il sopravvento. In attesa di saper come si pronuncerà il Collegio di Garanzia del Coni sul ricorso preannunciato dalla Juventus avverso i 15 punti di penalizzazione, il clima sta cambiando, come sottolineano addetti ai lavori e giustizialisti della prima ora. Nessuno sa qui cosa succederà ancora a livello sportivo, anche per via degli altri filoni, mentre il processo ordinario vivrà una tappa fondamentale con l’udienza preliminare del 27 marzo.
Non possiamo, però, relegare meramente a battute le cose che abbiamo sentito in questi giorni, seppur risalenti al 2019, da parte del pm Ciro Santoriello, tifoso dichiarato del Napoli e nelle funzioni di pubblico ministero principalmente “antijuventino” per via dei “ladrocini” per perpetrati a suo dire in campo. Se io, giornalista, non mi attengo alla deontologia e ad una serie di norme, anche fuori dall’esercizio delle mie funzioni di cronista, posso incorrere in sanzioni da parte dell’ODG, oltre che a citazioni di fronte alla legge. Perché ci sono intere sacche di intoccabili in Italia? Senza entrare nel merito di tutto il discorso fatto, pieno di inesattezze su operazioni effettuate dalla Juventus, date, circostanze, etc. ammettere di odiare la Juventus, mentre la si indaga da anni, non rappresenta a mio avviso un percorso da Paese civile.
Come se non bastasse, purtroppo, i social hanno contribuito a sgamare altri “tifosi” sfegatati tra gli organi che giudicheranno la Juventus. Attenzione: ciascuno di noi fa il tifo per qualcosa o per qualcuno, ha le sue simpatie e antipatie, ma l’importante è essere professionali e mettere da parte i sentimenti quando si è nell’esercizio delle proprie funzioni. Dalle bacheche social di alcuni componenti del Collegio di Garanzia del Coni, quale che sia la sezione interessata, emergono dichiarazioni assai gravi nei confronti della Juve, delle famiglie Agnelli-Elkann, delle loro aziende, di tesserati ed ex tesserati della Vecchia Signora. È incredibile come sui social network, anche persone che ricoprono cariche importanti e dovrebbero tenere un certo ritegno e una certa educazione, si lasciano andare senza alcun freno addirittura a frasi come “Juve merda”, o peggio ancora arrivano a tirare in mezzo persone che non sono più tra noi.
È un problema culturale serio e da non sottovalutare, poiché la scusa della “battuta” o della “tipica frase da social che nella vita reale non ripeterei” non regge più. Non c’è serenità alcuna serenità nel giudicare la Juventus in questo momento e chi può deve prendere subito dei provvedimenti, poiché la procedura aperta dalla Premier League sul Manchester City è lì a mostrarci quanto siamo culturalmente indietro rispetto ai britannici. Quanto alla proprietà della Juventus, mi pare fin troppo chiaro che in una situazione del genere, al di là delle parole “formalmente” impeccabili di Calvo, serva mettere in campo tutta la “potenza di fuoco” nelle stanze che contano. Stavolta è in gioco davvero la sopravvivenza di una delle società più gloriose della storia del calcio e di un popolo, quello bianconero, che nel mondo conta decine e decine di milioni di unità.

Mirko Nicolino