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L’EDITORIALE – CONSOLIDARE UN POSTO CHAMPIONS E NON PENSARE AD ALTRO | DI MIRKO NICOLINO
Gennaio 14

L’EDITORIALE – CONSOLIDARE UN POSTO CHAMPIONS E NON PENSARE AD ALTRO | DI MIRKO NICOLINO
Inutile girarci attorno: quella contro il Napoli è una sconfitta cocente, un’umiliazione che nessuno di noi si aspettava. Perdere al Maradona contro questo Napoli potevamo metterlo in conto, con queste proporzioni proprio no. In questo momento storico i partenopei sono superiori alla Juventus e noi tifosi non possiamo fare altro che starci. Lo so, è dura da digerire, ma i fatti sono questi e non possiamo di certo cambiarli noi. Il Napoli ne ha di più sotto ogni punto di vista: atletico, mentale, tecnico, tattico. È meglio allenato e meglio costruito e, a meno di clamorosi crolli che non sono all’orizzonte, vincerà lo scudetto. Non mi pare che in questo momento Milan e Inter, altalenanti anche loro in prestazioni e risultati, possano impensierire questa squadra.
Per la Juventus il KO di ieri sera è stato per certi versi una gara verità: la Vecchia Signora non è ancora tornata grande e non può competere per primeggiare. Non è un caso che, esattamente come avvenuto in Champions League, appena il livello dell’avversario si alza, i bianconeri si sciolgano come neve al sole. Come dice Danilo non è solo una questione mentale, è un po’ tutto. Allegri ha deciso di giocarsela mandando in campo dal 1’ praticamente tutte le bocche di fuoco a disposizione con Chiesa, Di Maria e Milik, con una panchina costituita prettamente di ragazzini. Guardando le riserve di ieri sera, la domanda che mi faccio è: chi poteva svoltare il match? Iling? Soulé? Rugani? Gatti? Esclusi Kean, Paredes e forzando un po’ Fagioli, non mi pare che ci fossero tante altre soluzioni per provare a svoltare la gara.
Questa Juventus è una delle rose migliori del campionato, forse la migliore, ma solo se al completo e ad oggi non sono mai stati tutti a disposizione. Pogba praticamente non lo si è visto mai, Vlahovic è desaparecido da oltre un mese e comunque viaggia da un anno e mezzo con la marcia ridotta per la pubalgia. Cuadrado e Bonucci sono ai box perché pagano tanto il peso di una carta d’identità non più verde. Da troppe partite Allegri è costretto ad adattare calciatori sull’out di destra poiché non ne ha nemmeno uno di ruolo. Insomma, i problemi hanno radici più profonde che meriterebbero di essere analizzate magari in separata sede.
Ho letto per settimane complimenti ad Allegri per aver “ascoltato” i giocatori, Bremer su tutti, che hanno chiesto fortemente il ritorno alla difesa tre. Lo schieramento che ha portato serenità e solidità condite da 8 vittorie di fila senza subire gol. Ora improvvisamente anche il modulo è sbagliato. Evidentemente il processo fatto in questi mesi ha fatto perdere di vista quello che era l’obiettivo principale: ricostruire la Juve a partire dal Dna. La Vecchia Signora non occupava il 2° posto da 2 anni e mezzo e questo lascia chiaramente intendere quale sia il percorso fatto e quello ancora da fare. La partita del Maradona doveva servire per capire quanto questa Juventus fosse vicina all’ultimo step per competere per il 1° posto. Ecco, manca ancora tanto ed è preoccupante la facilità con la quale alcuni dei migliori fin qui abbiano perso certezze in un nano secondo. Inutile pensare al primato, occorre al più presto blindare un posto Champions, obiettivo minimo dell’annata.
Mi viene in mente Bremer, che è stato letteralmente distrutto da Osimhen, a livello fisico e mentale. L’unico a reggere l’urto a livello tecnico è stato Di Maria, la cui caratura ed esperienza internazionale gli consentono di affrontare in un certo modo situazioni a cui molti dei nostri ancora non sono abituati. Che fare dunque? Sicuramente continuare a piangersi addosso, dicendo che è la più brutta sconfitta della storia bianconera e bla bla bla, solo se avete iniziato a seguire la Juve dagli ultimi 10 anni. La storia è fatta di cicli e la Juventus non è immune, ha già vissuto altri momenti negativi, alcuni molto peggiori di questo. Bisogna armarsi di pazienza e attendere tempi migliori. Non ci sono alternative.