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L’EDITORIALE – UN PASSO AVANTI E DUE INDIETRO | DI MIRKO NICOLINO

12 Dicembre 2021

L’EDITORIALE – UN PASSO AVANTI E DUE INDIETRO | DI MIRKO NICOLINO

Cosa non è ancora chiaro del fatto che la Juventus sia questa cosa qui e che probabilmente lo sarà fino a fine stagione? Eppure Massimiliano Allegri lo aveva lasciato intendere subito dopo la vittoria contro il Malmo, quando lamentandosi soprattutto del calo di concentrazione del secondo tempo, aveva detto che il rischio era quello di un’onda lunga che sarebbe arrivata fino alla partita col Venezia. E guarda caso è successo esattamente quello che il tecnico temeva: la Juve inizia abbastanza bene, trova anche un bel gol per il vantaggio, poi verso il finire del primo tempo comincia il calo, che si palesa al suo apice nella ripresa. Tanti errori macroscopici, palloni continuamente regalati agli avversari che, come spesso accade, alla prima vera occasione vanno in gol.

È la trama di un film già visto fin troppe volte e, l’ho ripetuto più volte, vedremo ancora in questa stagione. Questa Juve ha mali non curabili in tempi brevi e senza interventi dall’esterno (parlo di mercato ovviamente). Le responsabilità vanno divise equamente tra tutti, società, allenatore e calciatori, ma se dalla seconda metà della stagione di Sarri ad oggi si sono verificate più o meno sempre le stesse cose, una riflessione più profonda si deve fare. Molti si concentrano solo sulla mancanza di un bomber, che è fin troppo evidente, ma non la causa di tutti i mali. Di certo la Vecchia Signora ha perso con Ronaldo 35 gol e la storiella che quelle reti si sarebbero “redistribuite agli altri calciatori perché il portoghese tarpa le ali ai suoi compagni” abbiamo capito ormai da tempo sia un’emerita stupidaggine. Bentancur, per fare un nome, ha messo a segno 2 gol da quando è alla Juve e non è che andato via Ronaldo ora abbia iniziato a segnare reti a grappoli.

La Juventus spesso produce poco, ma anche quando produce tanto, segna poco. Avere un bomber vero, in questo momento, non risolverebbe tutti i mali, ma intanto farebbe prendere qualche punto in più. E poi c’è il centrocampo: chi non riconosce oggi che dall’addio di Khedira e Matuidi i bianconeri abbiano perso gli ultimi barlumi di qualità e caratura internazionale è evidentemente miope. Del reparto al momento si salvano solo Locatelli e forse McKennie, il resto è nulla cosmico. Hai voglia a reclamare in campo ogni volta quelli che sono in panchina, perché appena giocano i risultati sono uguali e alla fine anche i critici sono costretti a tornare sui propri passi. E non serve a nulla nemmeno invocare l’impiego dei giovani “tanto peggio di quelli che sono in campo da tempo non possono essere”. Ieri ha giocato per 60 minuti Kaio Jorge, nel finale è entrato anche Soulé… Non è cambiato nulla. Inserire giovani così, in un contesto che non funziona, porta gli stessi giovani, seppur bravi, a non funzionare essi stessi.

Una menzione a parte merita il caso Dybala. Dopo l’addio di Ronaldo, la Juventus ha espressamente detto di voler costruire il nuovo corso attorno a lui, che è giustamente il calciatore più rappresentativo e di qualità. Se però non puoi utilizzarlo perché spesso infortunato, così diventa ancora più difficile. Vediamo quanto starà fuori questa volta, sperando ovviamente che sia roba di poco conto.

Mirko Nicolino