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L’EDITORIALE – UN SECONDO POSTO CHE MANCAVA DA TROPPO TEMPO | DI MIRKO NICOLINO

Gennaio 9

L’EDITORIALE – UN SECONDO POSTO CHE MANCAVA DA TROPPO TEMPO | DI MIRKO NICOLINO

La Juventus è seconda in classifica con 37 punti, a -7 dal Napoli capolista e a pari merito con il Milan, rispetto al quale i bianconeri hanno però una migliore differenza reti. La Vecchia Signora non ha mai assaporato la seconda piazza nella passata stagione e nemmeno in quella ancora precedente, sotto la guida tecnica di Andrea Pirlo. Ed è una bella sensazione, anche se non è di certo la massima aspirazione di qualunque cosa abbia a che fare con la parola Juve. “Vincere non è importante, è l’unica cosa che conta”, recita il motto societario, da molti storpiato con il “vincere con ogni mezzo”. Il dna bianconero è intriso di lotta per il primato, per primeggiare in ogni competizione a cui si partecipa. E quando alla Juventus non si vince le piazze d’onoro non sono di consolazione. Vincere è l’unica cosa che conta, ogni altra posizione non può essere un successo. Questione di mentalità.
Detto questo, la seconda piazza attuale rappresenta uno step importante nel processo di rinascita di una società e di un gruppo che è reduce da un ciclo leggendario di 10 anni. Non si vuole dunque qui celebrare un secondo posto, bensì sottolineare che il processo di crescita c’è, a dispetto di un avvio di stagione deludente. Sembrava dovesse essere addirittura un’annata disgraziata, con molti “da juventino” che prevedevano addirittura la retrocessione alla serie inferiore. Spiace siano rimasti delusi, perché ad oggi questa nuova Juve sta ottenendo risultati che non era riuscita ad ottenere nelle due precedenti stagioni.
Prima della sosta erano arrivate 6 vittorie di fila, tra cui due importantissime contro Inter e Lazio, che hanno segnato una cesura importante con il recente passato: la Vecchia Signora è tornata a vincere gli scontri diretti dopo un digiuno di oltre un anno. Al rientro dalla lunga pausa per i Mondiali, abbiamo ritrovato una squadra indubbiamente meno brillante dal punto di vista atletico e del gioco, ma ancora maledettamente efficace. La striscia, dunque, si è allungata a 8 vittorie consecutive, tutte arrivate senza subire gol. Sono 12 i clean sheet stagionali dopo 17 giornate, solo il grande Cagliari nella storia della Serie A è riuscito a fare meglio con 13.
Non è un caso che questa rinascita si arrivata con la rinnovata solidità difensiva (solo 7 gol subito a fronte di 26 segnati), anche se qualcuno storce il naso. È il dna della Juventus quello di essere una squadra solida e la storia, anche quella recente, dice che quando i bianconeri non hanno avuto una buona fase difensiva, solo in un’occasione sono riusciti a portare a casa un titolo. L’eccezione che conferma la regola, insomma. Piaccia o no, c’è tanto di Allegri in questa rinascita. Come era giusto criticare pesantemente il tecnico livornese nella prima parte di stagione, anche chiedendone l’allontanamento, perché no, ora non si può non evidenziare il suo ottimo lavoro nel ricostruire il gruppo e dna di questa squadra.
Soprattutto dopo l’azzeramento della dirigenza, Allegri è rimasto praticamente un uomo solo al comando e sta dimostrando di saperlo gestire molto bene questo timone abbastanza “scottante”. Ha una voglia matta di tornare a vincere su quella panchina Max e lo si vede anche da come cura i dettagli. A qualcuno lo sfogo con Soulé non è piaciuto, ma spiace che voi non possiate vivere certe situazioni ed sensazioni che solo il campo può dare. Ieri avete visto come la gestione dei minuti finali sia costata cara a Sarri e Pioli, rimontati dopo aver avuto le partite praticamente in controllo. Non portare la palla verso la bandierina al 93’ può costare caro, carissimo, e questi ragazzi, pur bravi, devono impararlo il prima possibile. Oppure preferivate quando si perdevano punti come avvenuto all’Olimpico nel 2020 con il gol di Caicedo al 95’?

Mirko Nicolino

Luogo

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