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L’EDITORIALE – UNA VITTORIA IMPORTANTE MA CHE NON FA TESTO | DI MIRKO NICOLINO

10 Gennaio 2022

L’EDITORIALE – UNA VITTORIA IMPORTANTE MA CHE NON FA TESTO | DI MIRKO NICOLINO

Quando si vince una partita importante contro un’avversaria storia come la Roma, è sempre bello. Se poi lo si fa rimontando da 3-1 a 3-4 è ancora più entusiasmante. Alzi la mano chi non si sia gasato a mille al 4° gol di De Sciglio e ancora di più al rigore parato da Szczesny (a proposito, sta restituendo con gli interessi quello che ha tolto alla squadra nelle prime partite). Dobbiamo però guardare in faccia la realtà e ammettere che è stata una partita in cui è successo di tutto e che poteva finire con qualsiasi risultato. La Roma aveva in controllo la partita una volta portatasi sul 3-1, ma si è letteralmente suicidata.

Cosa ci lascia questa gara oltre a tre punti pesantissimi, dunque? Poco altro e lo dico con rammarico, perché come spesso dico, quando non hai equilibrio e continui a prendere tanti gol, con un atteggiamento spesso remissivo, non vai mai lontano. L’approccio sia nel primo tempo sia nel secondo tempo è letteralmente da squadra fuori testa, come i giocatori siano con la mente da un’altra parte. Prima del vantaggio di Abraham, c’erano già state altre avvisaglie su calci da fermo in cui solo per caso non si è preso gol. E nonostante poi la squadra abbia reagito chiudendo il primo tempo sul pari, di nuovo l’approccio ad inizio secondo tempo è stato disarmante.

È incredibile come si possa rientrare in campo dopo l’intervallo con la testa da un’altra parte, come se la partita fosse un problema di qualcun altro. Eppure, è bastato semplicemente metterci un po’ di voglia e convinzione per fare tre gol rapidamente e raddrizzare una partita che sembrava definitivamente compromessa. Altri discorsi non ne fare, c’è poco da parlare di tattica in una partita così pazza e nella quale alla fine ha avuto la meglio chi ha tenuto maggiormente di nervi.

Di sicuro, è stato decisivo l’ingresso in campo di Morata, che ha dato la svolta ad una gara nella quale Kean praticamente non è mai entrato. Lo spagnolo, è parso tutt’altro che con la testa a Barcellona e i suoi strappi sono stati tecnicamente di alto livello, oltre che psicologicamente troppo importanti per ridare convinzione ad alcuni suoi compagni che sembravano già rassegnati. È stato ottimo anche l’ingresso in campo di Arthur, che molti vedono come la panacea di tutti i mali se in coppia con Locatelli. Francamente, non mi piace partecipare a questo gioco, in cui chi non gioca ha sempre ragione. Perché alla prossima con Arthur e Locatelli insieme in campo non si dovesse fare bene, sono sicuro che in tanti chiederebbero di impiegare altri. Un po’ come succede con Morata e Kean: quando lo spagnolo fa male, si invoca sempre l’altro, salvo poi puntualmente bocciarlo appena l’azzurro gioca titolare.

Di sicuro il centrocampo continua ad essere il reparto che ha più bisogno di qualità nelle prossime sessioni di mercato. Per questa, dovremo accontentarci al massimo di qualche occasione sempre che ci sia qualche uscita. Ramsey è ormai alla porta, ma lo stesso Arthur non è sicuro di restare. Kulusevski, invece, che pare non sia sicurissimo di proseguire la sua avventura in bianconero, dovrebbe invece essere bloccato dall’infortunio di Chiesa. A proposito di Chicco, le impressioni sono molto brutte. Servirebbe un miracolo, ma prima di trarre giudizi definitivi, attendiamo l’esito degli esami al J Medical. Poi penseremo alla Supercoppa Italiana contro l’Inter, alla quale ci avviciniamo senza gli squalificati De Ligt e Cuadrado, oltre agli infortunati Chiesa e con ogni probabilità Danilo e Bonucci. Strada in salita contro una squadra, quella nerazzurra, che si sta confermando di essere in Italia al momento la dominatrice assoluta. Spiace ammetterlo, per questioni di campanilismo, ma è così.

Mirko Nicolino