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L’EDITORIALE – UNITI? I RAGAZZI LO SONO, ORA LA SOCIETÀ DEVE FARE IL SUO | DI MIRKO NICOLINO

Aprile 3

L’EDITORIALE – UNITI? I RAGAZZI LO SONO, ORA LA SOCIETÀ DEVE FARE IL SUO | DI MIRKO NICOLINO

Uniti. Non possiamo non partire dalla coreografia scelta dalla Juventus nel giorno del match casalingo contro l’Hellas Verona e in cui si sono incontrati a Torino esponenti dei club provenienti da ogni angolo del globo. È stata una giornata di festa, per il popolo bianconero, anche se come sempre non tutte le ciambelle vengono col buco. Ancora una volta non c’è stato il supporto atteso dal tifo organizzato, mentre la partita non è stata bellissima. Dopo la sosta le gare solitamente nascondono molte insidie e non ha fatto eccezione il match contro i ragazzi di Zaffaroni-Bocchetti. Gli Scaligeri hanno corso tanto, mettendo in difficoltà la Vecchia Signora soprattutto all’inizio del primo tempo e nel finale di gara.
In mezzo una Juventus che non ha creato tantissimo, ma che ha dato l’impressione che bastasse fare poco di più per rimpinguare il bottino al cospetto di una difesa tutt’altro che irresistibile. Era importante comunque portare a casa altri tre punti in chiave Europa e il 17° clean sheet su 28 partite di campionato conferma che Allegri ha svolto un grande lavoro almeno per quel che riguarda la fase difensiva. Quella offensiva lascia ancora a desiderare, ma non possiamo esimere da responsabilità anche alcuni dei singoli più attesi in questa stagione. Basti pensare, ad esempio, che su azione Kean, Vlahovic e Milik hanno segnato lo stesso numero di gol, ovvero 6, ma Moise è quello che ha il minutaggio più basso. Insomma, se teniamo conto della media gol per minuti Kean è il centravanti più prolifico, Dusan quello meno prolifico. Il serbo ovviamente paga una stagione condizionata dalla pubalgia e le sue qualità non sono in discussione. Va solo aspettato.
Non è un caso che Allegri lo abbia inizialmente risparmiato sabato sera. Domani ci sarà da affrontare l’Inter nella semifinale di andata di Coppa Italia ed è questa la gara in cui il tecnico bianconero schiererà i migliori a disposizione. Le coppe sono inevitabilmente obiettivi importanti della Juve e considerato che ad aprile sono in tutto 9 le partite ufficiali, non si può prescindere dalle rotazioni. “La Juventus è abituata a giocare ogni 3 giorni, bisogna farlo nel migliore dei modi – ha sottolineato l’allenatore livornese nella conferenza stampa di oggi – Dobbiamo affrontare una partita alla volta, anche perché più di una non possiamo giocarne. Domani abbiamo l’Inter poi ci prepareremo per il campionato a Roma con la Lazio. Giocare ogni 3 giorni significa essere dentro gli obiettivi. Il campionato, la semifinale di Coppa Italia, sperando di arrivare fino in fondo, e un quarto di finale di Europa League. Dobbiamo essere bravi a riempire le settimane di maggio anche”.
Fin qui la macchia è rappresentata dall’eliminazione prematura dalla Champions League, altrimenti il cammino rispetto alla passata stagione è nettamente migliore in Serie A, in linea in Coppa Italia. C’è da tenere conto, però, che il gruppo è stato colpito letteralmente da un macigno, la prima e unica penalizzazione a stagione in corso della storia del calcio italiano. Non sappiamo come avrebbe reagito un’altra squadra o un altro club, ma sappiamo come hanno reagito questi ragazzi che, seppur privilegiati dal punto di vista lavorativo, rimangono pur sempre degli esseri umani, con emozioni e umori. Il contraccolpo, se c’è stato, è durato per fortuna pochissimo e oggi il gruppo sembra solido e unito. Alla società spetta il resto del compito.
In queste settimane abbiamo sentito più volte i giocatori passare la pala alla dirigenza sulle questioni processuali e proprio in questi giorni sia il presidente Ferrero, sia il dg Scanavino, hanno ribadito che la Juventus si difenderà nelle sedi opportune con fermezza e rispetto dei ruoli. Le indiscrezioni riportate da alcuni organi di stampa, però, continuano a prospettare scenari nefasti. Sembra quasi la volontà dell’accusa sportiva di sondare il terreno per capire se i bianconeri siano disposti a patteggiare, ma la cosa più inquietante è che sembra che si vogliano tarare le pene dei prossimi processi, sulla base della restituzione o meno dei 15 punti tolti dalla CAF per il caso plusvalenze. Un quadro aberrante, poiché non si vogliono commisurare accuse e pene sulla base delle presunte irregolarità, bensì sull’obiettivo, che è quello di togliere di mezzo la Juve dal calcio che conta, a livello nazionale e internazionale, per un bel po’. Ecco, da questo punto di vista la proprietà dovrà mettere in campo tutto quello che ha e se è necessario far crollare l’intero sistema se la disparità di trattamento continuerà ad essere la linea guida quando si tratta di giudicare la Vecchia Signora. Se così non sarà, stavolta una buona fetta del popolo bianconero smetterà sul serio di seguire la squadra e il “prodotto calcio” in generale.

Mirko Nicolino

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Data:
Aprile 3
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Allianz Stadium
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Torino, IT 10151 Italia
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