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L’utilità che non ti aspetti | Di Michele Cofano

22 Dicembre 2021

L’utilità che non ti aspetti | Di Michele Cofano

Chiariamoci, questo pezzo non vuole assolutamente essere un inno d’esaltazione nei confronti di Federico Bernardeschi e non scriverò mai un incipit epico stile: “cantami, o Diva, del Pelìde Berna”.
Tuttavia, è sbagliato, a parer mio, non dare meriti alla buona volontà di Federico da Carrara.

Un bottino discretamente corposo, quello del numero 20 bianconero nelle ultime partite, nelle quali ha preso parte a quasi ogni gol o azione pericolosa targata Juventus. Contro il Cagliari è persino tornato a segnare una rete che mancava da tanto, troppo tempo per un calciatore che dovrebbe essere un attaccante.
A suon di grinta e buone prestazioni si sta ritagliando nuovamente il suo posticino in una squadra, diciamolo, non proprio da considerare come la miglior Juventus degli ultimi 100 anni, facendo un “piccolo” eufemismo.
Berna era un giocatore che sembrava completamente perso nel suo limbo, nel sottosopra di Stranger Things, come un giovane e indifeso Will Byers, incapace di comunicare con mamma Joyce attraverso le lucine di Natale appese al muro.
Il calcio, però, è strano e quando meno te lo aspetti, dietro il fumo e la musica gloriosa dell’eroe Ronaldo che sta cavalcando verso i suoi compagni per salvarli da un triste destino, ci si accorge che quella indossata dal paladino dei deboli era solo una maschera (purtoppo il Re ci ha abbandonati come prede alla mercé di lupi affamati) e sotto lo strato di gomma e finta pelle c’è, plot twist dei plot twist, niente popò di meno che rock’n’goal Federico.
Dai, su, si scherza. Placate i bollori. Mettere CR7 e FB20 nella stessa frase è una bestemmia, è sacrilego, però mi pare esilarante pensare ad un finale inaspettato degno di un film fantasy. Non dimentichiamo, inoltre, che i numeri di Ronaldo dell’anno corrente, solo alla juve, sono tutt’ora irraggiungibili da parte di qualsiasi calciatore bianconero, nonostante il numero 7 non giochi da maggio nelle nostre fila (una triste verità alla quale non eravamo pronti ad abituarci).
Nella matassa di una Juventus completamente in confusione, però, insieme ai vari Chiesa, Locatelli, Dybala, De Ligt e compagnia cantante, c’è un’altra piccola luce che non ti aspetti, un barlume di utilità (e speriamo che possa diventare molto di più che solo questo) chiamata Federico Bernardeschi.
Molti dicono che idolatrarlo dopo questi anni terribili sia semplicemente abituarsi alla mediocrità della rosa a disposizione. Sono d’accordo, è vero, ma non completamente: a parer mio ognuno può cadere, può farsi male tante volte, può essere subissato di fischi e insulti ma se da questo buio hai il coraggio e la forza di rialzarti allora meriti almeno un po’ di rispetto, a prescindere da chiunque tu sia.

Con la speranza che questo sia il preludio di una vera rinascita e non del solito fuoco di paglia.

In bocca a lupo Berna.

DI MICHELE COFANO