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NICOLÒ FAGIOLI: MEZZ’ALA DI POSSESSO O VERTICE BASSO? | DI STEFANO DENTICE
Febbraio 5

NICOLÒ FAGIOLI: MEZZ’ALA DI POSSESSO O VERTICE BASSO? | DI STEFANO DENTICE
Nonostante la buriana giudiziaria che sta travolgendo la Juventus, oltre alle prestazioni sul manto erboso tutt’altro che esaltanti offerte già prima della tragicomica penalizzazione inflitta ai bianconeri, ci sono comunque delle note liete per la Vecchia Signora: una su tutte, Nicolò Fagioli. Il classe 2001, che Massimiliano Allegri aveva già elogiato in tempi non sospetti, si sta ritagliando un posto sempre più importante nello scacchiere tattico disegnato dell’allenatore labronico. All’inizio della stagione, probabilmente a torto, il tecnico livornese non ha puntato per niente sul “millennial” di Piacenza, preferendogli compagni di reparto decisamente più pronti ed esperti come Locatelli e Rabiot, per poi iniziare a schierarlo con una certa regolarità già prima della sosta per il mondiale in Qatar. Dal derby di Torino in casa granata in poi, quando il talentuoso centrocampista ex Cremonese è stato impiegato, ha praticamente quasi sempre ricoperto il ruolo di mezz’ala destra nel 3-5-1-1 architettato da Max Allegri, con Manuel Locatelli in posizione di playmaker. Ma il dilemma è proprio questo: Il ventiduenne numero 44 della Juventus è una mezz’ala di possesso o piuttosto un vertice basso? Per caratteristiche tecniche, Fagioli è uno che “vede gioco” come pochi, abilissimo a verticalizzare, a giocare indifferentemente sul “corto” e sul “lungo”, a dettare le geometrie con personalità e saggezza da vero e proprio veterano, oltre a trovare sempre soluzioni illuminanti nei passaggi anche grazie a un’eccellente tecnica individuale. Proprio per questo, anche nel 3-5-1-1 attualmente di stampo allegriano, potrebbe dare il meglio di sé in posizione di vertice basso, davanti alla difesa, al centro della mediana, esattamente in mezzo ai due interni. Massimiliano Allegri, invece, al momento continua a schierarlo nel ruolo di mezz’ala, sul centrodestra, incaricando Locatelli di giocare da regista per orchestrare la fase di possesso. Forse, per caratteristiche tecnico-tattiche, bisognerebbe provare a invertire i due, sfruttando Locatelli sul centrodestra del centrocampo a 5, dunque utilizzandolo non solo come mezz’ala di possesso, ma anche in qualità di mezz’ala verticale, visto e considerato che l’ex Sassuolo brilla anche negli inserimenti a rimorchio, a fari spenti, negli ultimi 20-25 metri. A Fagioli, invece, lo si potrebbe responsabilizzare ulteriormente affidandogli le chiavi del centrocampo per architettare tutte le trame offensive della Vecchia Signora. Sia chiaro, un calciatore dall’enorme potenziale come il suo, già molto maturo rispetto alla sua ancora giovane età, può permettersi di interpretare egregiamente anche il ruolo che Massimiliano Allegri, in questo momento della stagione, sta ritagliando per lui. Ma allo stesso tempo, tenendo conto anche delle troppe prestazioni insufficienti di Leandro Paredes, che nell’idea iniziale dell’allenatore avrebbe dovuto rappresentare il vero e proprio faro del centrocampo bianconero, sarebbe interessante andare all-in su “Fagiolino” in posizione di vertice basso. Ad ogni modo, al netto della situazione sportivamente drammatica che sta vivendo la Juventus oggi, la valorizzazione tecnica di molti giovani e giovanissimi come Miretti, Soulé, Iling-Junior e soprattutto Nicolò Fagioli, edulcora le bocche amare di tutti i tifosi juventini che stanno soffrendo per le sorti della loro tanto amata Vecchia Signora.
di Stefano Dentice