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NON È UNA JUVE DA SCUDETTO, MA PER ORA SE LA STA GIOCANDO | DI MIRKO NICOLINO

Novembre 12

NON È UNA JUVE DA SCUDETTO, MA PER ORA SE LA STA GIOCANDO | DI MIRKO NICOLINO

In attesa che giochi l’Inter, la Juventus dopo 12 giornate risulta essere attaccata al treno scudetto. E ammetto che non me l’aspettassi per nulla. Così come non mi aspettavo che il Milan avesse addirittura 5 punti in meno della Vecchia Signora, esattamente come il Napoli, se dovesse vincere oggi il suo match contro l’Empoli. L’Inter è senza dubbio la squadra più forte del campionato, per completezza della rosa, gioco, corsa e consapevolezza raggiunta lo scorso anno grazie alla cavalcata di Champions League della passata stagione. Dietro ai nerazzurri ho sempre visto tra le favorite Napoli e Milan, per ovvi motivi.
Gli azzurri sono reduci da uno scudetto dominato in lungo e in largo e avendo cambiato poco inevitabilmente sono sulla carta superiori ai bianconeri. Il Milan, dopo il 5° posto dello scorso anno, hanno comunque fatto un buon mercato in estate, comprando tanto e creando i presupposti per una rosa molto lunga e di qualità. Purtroppo, gli infortuni sembrano aver azzerato questo potenziale vantaggio del Diavolo, mentre i partenopei sono alle prese con le solite beghe ambientali che fin qui non hanno consentito a Rudi Garcia e ai partenopei di lavorare con serenità.
Si spiega anche così l’exploit di una Juventus che sulla carta è meno forte dello scorso anno, ma è più giovane e sbarazzina. La rosa di Massimiliano Allegri si è impoverita in termini di esperienza internazionale e classe senza Di Maria, Cuadrado, Paredes, Bonucci e compagnia, ma ne ha guadagnato in termini di freschezza atletica e dedizione alla causa. È arrivato il solo Weah e sono stati promossi stabilmente in prima squadra tanti ragazzi provenienti dalle giovanili che nello spogliatoio non hanno grandi pretese, seguono alla lettera quello che chiede lo staff tecnico e soprattutto non mollano letteralmente mai, come vuole il Dna Juve.
Che giochi in maniera più o meno propositiva, i calciatori della Juventus dimostrano in ogni gara una totale unità di intenti con mister Allegri e i suoi collaboratori. Un aspetto fondamentale per gettare le basi di un nuovo ciclo. Il tecnico livornese ha sottolineato ieri un concetto molto importante: ovvero il ritorno alla normalità per la Juve. E per ricostruire il dna è partito dalla difesa. Ovvio che questa squadra possa e debba segnare di più, ma col Cagliari le occasioni i centravanti le hanno avute, purtroppo sprecandole. Gli Xg, dato molto caro alle nuove generazioni di statistici, ci sono stati, ma sappiamo bene che spesso le squadre con gli attaccanti che segnano tanto poi alla fine della stagione non vincono il campionato.
Il dato importante in questo scorcio di stagione è che la Juventus sia una “cooperativa del gol”, come dice l’amico Alessandro Santarelli. Sono andati a segno fin qui 8 calciatori differenti, ben 5 difensori, ovvero Bremer, Rugani, Danilo, Gatti e Cambiaso. In nessuno dei 5 campionati top d’Europa un’altra squadra è riuscita a mandare in gol così tanti difensori. Se si considera che praticamente per il resto della stagione non saranno disponibili Pogba e Fagioli, i due centrocampisti ritenuti di maggior estro, non è propriamente uno score da sottovalutare.
Allegri continua a dire di voler sviluppare ancora quello che ha a disposizione, ma mi pare chiaro che questa squadra abbia bisogno di almeno un rinforzo a centrocampo. Solo così potrà provare a lottare per il vertice. Dopo la sosta, infatti, ci sarà l’esame Inter ed è inutile fare voli pindarici: contro i nerazzurri servirà la partita dell’anno per fare risultato. Altrimenti nulla sarà compromesso, ma bisognerà prendere atto che quanto fin qui predicato da Allegri, Giuntoli e tutti gli altri non sia altro che un atto di sincera verità.

Mirko Nicolino

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Data:
Novembre 12
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