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UNA JUVE CHE SI ACCONTENTA | DI MIRKO NICOLINO
Ottobre 2

UNA JUVE CHE SI ACCONTENTA | DI MIRKO NICOLINO
Finisce con un pareggio a reti bianche la sfida che la Juventus ha disputato al Gewiss Stadium di Bergamo contro l’Atalanta. Un risultato che alla fine, anche dalle dichiarazioni dei protagonisti da ambo le parte, sta stretto ai nerazzurri lombardi, mentre fa tutto sommato comodo alla Vecchia Signora. In virtù di questo risultato, la Juve sale a quota 14 punti, mantenendo una lunghezza di vantaggio sulla stessa Atalanta in chiave quarto posto, ma facendosi agguantare dal Napoli campione d’Italia. Insomma, per ora i pronostici estivi sembrano essere rispettati, con Inter, Milan e Napoli che sembrano avere qualcosa in più, mentre la Juventus, se vorrà inserirsi in questo quartetto dovrà sudare per vincere la concorrenza di Atalanta, Fiorentina e romane, che inevitabilmente risaliranno la china in questa Serie A tutt’altro che irresistibile.
Quanto al nostro orticello, la gara contro la Dea ci restituisce una squadra abbastanza provata per i 3 match giocati in 8 giorni solari, sia nel fisico che nella testa. Le scorie della sconfitta contro il Sassuolo si sono viste chiaramente contro il Lecce, ma la vittoria ha ridato un minimo di fiducia ad un ambiente che altrimenti a Bergamo avrebbe rischiato di farsi molto più male che dal dentista (cit. Pep Guardiola). Diciamo subito che la squadra di Allegri non è arrivata con la rosa al meglio, perché ai lungodegenti De Sciglio, Alex Sandro e Pogba si sono aggiunti Milik, Vlahovic e per di più Kean è stato costretto a scendere in campo non al meglio, per non partire subito con Yildiz (subentrato nel finale).
Affrontare l’Atalanta, inoltre, rappresenta sempre una sfida importante in termini di energie fisiche e mentali. Non a caso, la partenza della Juventus è stata blanda, con la Dea subito a grandi ritmi e vicina al gol con Zappacosta. Poi, i bianconeri si sono assestati concedendo molto poco, anzi proprio zero tiri nello specchio in 45 minuti per gli avversari, e diventando anche pericolosi con Fagioli dalla distanza. Nella ripresa, tanti errori tecnici da una parte e dall’altra, ma indubbiamente l’Atalanta ha fatto qualcosa in più per cercare i tre punti. Stavolta, Szczesny è stato però protagonista in positivo, andando a togliere dalla ragnatela una punizione velenosissima di Muriel.
In generale è stata una Juve più bassa e guardinga rispetto all’inizio del campionato, con poca pressione e riaggressione, quelle novità che fin qui sono state associate al collaboratore tecnico Magnanelli. La speranza è che questa marcia indietro non sia definitiva, ma dettata semplicemente dal fatto che tre partite ravvicinate abbiano fatto spendere tante energie fisiche e mentali tali da indurre ad una gestione migliore delle stesse. Di sicuro, la strada per il quarto posto si conferma lunga e molto tortuosa, perché il Napoli è come previsto rientrato nei primi quattro posti e inoltre Atalanta, Fiorentina e le romane (che rientreranno sicuramente nella lotta per i primi posti alla lunga) sono avversarie tutt’altro che da sottovalutare.
Qualunque cosa si pensi della guida tecnica, ci vorrà molta pazienza, perché anche contro la Dea la Juventus ha schierato diversi giovani e c’è una mentalità da ricostruire e lasciar maturare. Di sicuro la rosa bianconera è molto costosa e superiore a tante squadre del campionato, ma il processo di crescita nessuno sa quanto tempo richiederà. Di sicuro, il reparto che sta peccando maggiormente di inesperienza e poca qualità è quello nevralgico, ovvero il centrocampo. Rabiot e Fagioli non hanno praticamente fatto la preparazione e stanno pagando dazio soprattutto in termini di lucidità, mentre a Miretti probabilmente avrebbe fatto bene un anno di prestito per giocare con continuità e maturare meglio con una maglia meno “pesante”. Pogba non c’è e probabilmente non ci sarà. Se non si potrà intervenire a gennaio, in mediana non ci sono tante cose da potersi inventare.