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L’EDITORIALE – FEDERICO GATTI: LA “SENTINELLA” IN BIANCONERO | DI STEFANO DENTICE

Allianz Stadium Corso Gaetano Scirea, 50, 10151 Torino TO, Italia, Torino

Innanzitutto per personalità, temperamento, determinazione e prorompente fisicità, Gatti ha davvero ben impressionato in posizione di “braccetto” di destra dell’ormai consueta difesa a 3 disegnata dall’allenatore labronico. Il tutto impreziosito da una buona tecnica individuale e da una notevole capacità, all’occorrenza, di “strappare” in progressione per sfruttare la sua prestanza atletica in velocità. Ad oggi Federico Gatti ha già dimostrato di essere tutt’altro che una semplice seconda scelta, bensì molto più che una riserva di lusso. Questo lo si deve anche alla sua umiltà, al suo ammirevole spirito d’abnegazione, al carattere e all’animus pugnandi intriso di juventinità che tanto entusiasma i tifosi della Vecchia Signora. È proprio il caso di dire che il classe ’98 si è meritamente guadagnato la promozione sul campo sudando e lavorando alacremente.

L’EDITORIALE – UN DERBY D’ITALIA “LINEARE” CHE NON MERITA DI FINIRE IN CACIARA | DI MIRKO NICOLINO

Stadio Meazza Milano

Al resto hanno pensato una grande prova di Bremer, che ha letteralmente annullato Lukaku, mentre a turno Gatti e Danilo hanno francobollato un impalpabile Lautaro. Prova generosa di Vlahovic e Soulé, a mio avviso ancora lontano fisicamente e mentalmente dal poter giocare partite di questo tipo, mentre per Kostic ormai abbiamo esaurito ogni aggettivo. Per il serbo parlano i numeri: 12 assist e 3 gol, null’altro da aggiungere.
Consentitemi a questo punto di dare i giusti meriti ad un Max Allegri che si è rivelato ieri sera tatticamente perfetto, confermandosi nel post partita anche un top a livello comunicativo. In campo la crescita di Rabiot, Fagioli e Gatti, è in primis grande merito suo, mentre nei rapporti con i media è ormai il rappresentante per eccellenza della juventinità. Mentre Calvo è costretto giustamente a parlare il politichese, il tecnico livornse non le manda a dire quando gli vengono rinfacciati gli episodi. Al solito, i torti per gli altri sono continui, quelli nei confronti della Juventus sono sempre i primi della storia. È un po’ come la favoletta del “non ci sono immagini” chiare per il VAR. Quando è successo proprio contro l’Inter in occasione del rigore solare non dato a Zakaria, tutti a ridere sull’indisponibilità delle telecamere, così come per il mani di Candreva e il gol annullato durante la gara con la Salernitana all’andata. È bastato un episodio dubbio a favore dei bianconeri per accorgersi improvvisamente che la VAR non è infallibile e che, a seconda degli impianti in cui si gioca, possono non esserci tutte le telecamere (e di conseguenza le immagini) a disposizione di chi deve decidere. È il modo di raccontare il calcio tutto italico, con la Juventus che inevitabilmente fa fare audience e carriera. Per fortuna con i social molti “finti umili” (cit. Maurizio Mosca) li possiamo smascherare in due minuti, ma la domanda sorge spontanea. Vi rendete conto, ora che possiamo leggerli quotidianamente sui loro profili, chi per decenni ci ha raccontato il pallone spacciandosi per equidistante da tutti i colori?

L’EDITORIALE – JUVE GIOVANE, SERVE PAZIENZA (E ONESTÀ INTELLETTUALE) | DI MIRKO NICOLINO

Allianz Stadium Corso Gaetano Scirea, 50, 10151 Torino TO, Italia, Torino

Ora testa al Friburgo, una gara che sarà sicuramente più complicata di quella dell’andata e che la Juventus dovrà giocare senza tanti elementi importanti e con alcuni non al meglio. Non ci saranno sicuramente Milik, Alex Sandro, Bonucci e Pogba, all’ennesima lesione muscolare che lo costringerà a stare fermo per almeno 2-3 settimane. In forte dubbio Chiesa, ma anche Di Maria e Bremer non sono proprio al top. Sarà ancora una Juve giovane e forse un po’ ballerina, ma è il prezzo da pagare per la ricostruzione. I giovani danno spensieratezza, brio, ma anche meno garanzie e in termini di compattezza ed ermeticità. Bisogna starci e attendere che il processo di maturazione faccia il suo corso.