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L’EDITORIALE – JUVENTUS: CHI RESTA E CHI VA DEI GIOCATORI IN SCADENZA | DI MIRKO NICOLINO

Allianz Stadium Corso Gaetano Scirea, 50, 10151 Torino TO, Italia, Torino

Non ne fa una questione di competizione europea Angel Di Maria, che nella prima parte di stagione ha indubbiamente fatto fatica a trovare il feeling con una buona fetta della tifoseria, diffidente sul suo reale impegno. Se c’è stata anche qualche incomprensione con Allegri, nella seconda parte di stagione è stato tutto ampiamente superato, anche per via di quella penalizzazione che ha consentito al gruppo di fare quadrato. L’argentino vuole rimanere ancora un anno in Europa e sembra aver capito che meglio di Torino difficilmente può trovare. Insomma, ci sono tanti segnali verso il proseguimento del matrimonio, che economicamente sarebbe incentivato dal Decreto Crescita.
Rimarrà un altro anno in bianconero Alex Sandro, che vanta una clausola di rinnovo automatico che scatterà a una manciata di presenze, ma le parti sono al lavoro per trovare un’intesa anche prima. Il brasiliano nella difesa a tre ha confermato di poter dare ancora una mano, ma guadagna in totale 6 milioni netti e la Juventus vorrebbe dargli un bel po’ in meno. Possibile un incontro a metà strada tra le rispettive posizioni (4 milioni totali?).
Non ci sono al momento segnali per il prolungamento di Juan Cuadrado, al quale lo scorso anno era stata fatta una proposta di prolungamento con ingaggio spalmato. Il colombiano ha preferito prendersi tutto il cucuzzaro approfittando del rinnovo automatico e questo non lo ha messo nella migliore posizione davanti alla proprietà. Inter e Roma sono alla finestra per accontentarlo.

L’EDITORIALE – FEDERICO GATTI: LA “SENTINELLA” IN BIANCONERO | DI STEFANO DENTICE

Allianz Stadium Corso Gaetano Scirea, 50, 10151 Torino TO, Italia, Torino

Innanzitutto per personalità, temperamento, determinazione e prorompente fisicità, Gatti ha davvero ben impressionato in posizione di “braccetto” di destra dell’ormai consueta difesa a 3 disegnata dall’allenatore labronico. Il tutto impreziosito da una buona tecnica individuale e da una notevole capacità, all’occorrenza, di “strappare” in progressione per sfruttare la sua prestanza atletica in velocità. Ad oggi Federico Gatti ha già dimostrato di essere tutt’altro che una semplice seconda scelta, bensì molto più che una riserva di lusso. Questo lo si deve anche alla sua umiltà, al suo ammirevole spirito d’abnegazione, al carattere e all’animus pugnandi intriso di juventinità che tanto entusiasma i tifosi della Vecchia Signora. È proprio il caso di dire che il classe ’98 si è meritamente guadagnato la promozione sul campo sudando e lavorando alacremente.

L’EDITORIALE – UN DERBY D’ITALIA “LINEARE” CHE NON MERITA DI FINIRE IN CACIARA | DI MIRKO NICOLINO

Stadio Meazza Milano

Al resto hanno pensato una grande prova di Bremer, che ha letteralmente annullato Lukaku, mentre a turno Gatti e Danilo hanno francobollato un impalpabile Lautaro. Prova generosa di Vlahovic e Soulé, a mio avviso ancora lontano fisicamente e mentalmente dal poter giocare partite di questo tipo, mentre per Kostic ormai abbiamo esaurito ogni aggettivo. Per il serbo parlano i numeri: 12 assist e 3 gol, null’altro da aggiungere.
Consentitemi a questo punto di dare i giusti meriti ad un Max Allegri che si è rivelato ieri sera tatticamente perfetto, confermandosi nel post partita anche un top a livello comunicativo. In campo la crescita di Rabiot, Fagioli e Gatti, è in primis grande merito suo, mentre nei rapporti con i media è ormai il rappresentante per eccellenza della juventinità. Mentre Calvo è costretto giustamente a parlare il politichese, il tecnico livornse non le manda a dire quando gli vengono rinfacciati gli episodi. Al solito, i torti per gli altri sono continui, quelli nei confronti della Juventus sono sempre i primi della storia. È un po’ come la favoletta del “non ci sono immagini” chiare per il VAR. Quando è successo proprio contro l’Inter in occasione del rigore solare non dato a Zakaria, tutti a ridere sull’indisponibilità delle telecamere, così come per il mani di Candreva e il gol annullato durante la gara con la Salernitana all’andata. È bastato un episodio dubbio a favore dei bianconeri per accorgersi improvvisamente che la VAR non è infallibile e che, a seconda degli impianti in cui si gioca, possono non esserci tutte le telecamere (e di conseguenza le immagini) a disposizione di chi deve decidere. È il modo di raccontare il calcio tutto italico, con la Juventus che inevitabilmente fa fare audience e carriera. Per fortuna con i social molti “finti umili” (cit. Maurizio Mosca) li possiamo smascherare in due minuti, ma la domanda sorge spontanea. Vi rendete conto, ora che possiamo leggerli quotidianamente sui loro profili, chi per decenni ci ha raccontato il pallone spacciandosi per equidistante da tutti i colori?