In esclusiva per la rubrica “What’s the Story Juventus Glory”, ho avuto in piacere di intervistare Luca Gramellini.
Luca, che brano associ alla Juve?
“Quando parliamo di Juventus, la canzone che mi viene in mente è l’inno bianconero, “Juve, storia di un grande amore”. Poi, se devo associare una canzone italiana ai colori bianconeri, penso a “Più bella cosa non c’è” di Eros Ramazzotti, tra l’altro grande tifoso della Vecchia Signora”.
Qual è stato il giocatore che ti ha fatto innamorare della Juventus? E quale cantante o gruppo gli assoceresti?
“Credo che il giocatore che ho amato di più, quello a cui sentimentalmente mi sono legato maggiormente nella storia bianconera, sia Alessandro Del Piero perchè è stato un idolo e l’ho sempre ammirato come calciatore prima e come uomo poi. E, poi, per quello che ha attraversato dopo la perdita del padre, le difficoltà dovute all’infortunio e tutto il suo cammino da cui è riuscito a uscire da vero campoine. Associargli una canzone non è semplice, ma sceglierei un brano di un gruppo che ascoltavo tantissimo nella mia infanzia, ossia i Queen con “We Are the Champions””.
Che finale di stagione sarà per la nostra Juventus? Sarà un rock duro o qualcosa di più lento?
“Siccome “l’appetito vien mangiando”, mi auguro che possa essere un finale di stagione in grande crescendo perchè, nonstante un inizio difficile, un’eliminazione dai gironi di Champions, la penalizzione, una reazione contro l’Atalanta ed un crollo contro il Monza, penso che la Juventus, anche grazie alla gestione di Massimiliano Allegri, sia riuscita a venirne fuori bene e stia facendo un qualcosa di importante in questa seconda parte di stagione.
Mi aspetto quindi un finale di stagione in grande crescendo, un rock molto gradevole per le nostre orecchie”.
Quale giovane della Juve di quest’anno ti ha impressionato di più?
“Inizialmente, senza ombra di dubbio, mi è piaciuto moltissimo l’impatto che ha avuto Iling Jr. Quando è stato chiamato in causa, poi è innegabile che la stagione da protagonista vissuta in Serie B da Nicolò Fagioli lo abbia avvantaggiato anche nell’affrontare le situazioni di campo con la Juve. E credo che Fagioli stesso sia stato bravissimo a sfruttare la chance che, anche un po’ inaspettatamente gli si è presentata, ma nel calcio, così come nella vita, bisogna saper cogliere gli attimi e lui l’ha fatto benissimo. Penso che oggi rappresenti un fattore impattante e determinante nel centrocampo bianconero: si tratta di un giocatore con un’intelligenza calcistica importante, ha qualità e quantità, ma soprattuto ha saputo esprimersi con grande umiltà”.
Quale calciatore delle giovanili della Juventus ti ha colpito maggiormente?
“Per il futuro, vedo benissimo Dean Hujsen, un giocatore che ha una maturità ben oltre la sua età, essendo un classe ‘05 che compirà 18 anni il prossimo 15 aprile. Penso che sentiremo parlare molto bene di lui.
Mai come quest’anno la Juventus, per vicissitudini e situazioni contingenti, ha avuto la possibilità di attingere molto dalla seconda squadra che – checchè se ne dica – era stata creata proprio per questo motivo. Poi, possiamo disquisire quanto vogliamo se Allegri sia l’allenatore guisto o non giusto, ma fatto sta che questi ragazzi, che oggi si affacciano al calcio che conta, lo possano fare con un impatto diverso grazie al progetto Under 23 voluto da Cherubini nel recente passato”.
Ringrazio di cuore Luca per la disponibilità dimostrata in occasione della nostra chiacchierata.
Valerio Pieraccini