WHAT’S THE STORY JUVENTUS GLORY | INTERVISTA A RICKY ALBERTOSI | DI VALERIO PIERACCINI

I microfoni di JuvAndMe hanno raggiunto una leggenda del calcio italiano come Enrico “RickyAlbertosi, campione d’Europa con la maglia Azzurra nel 1968 e portiere, tra le altre, di Spezia, Fiorentina, Cagliari e Milan. Da calciatore ha vinto tantissimo: 2 Scudetti con Cagliari e Milan, 3 Coppa Italia (Fiorentina e Milan), Coppa delle Coppe, Coppa delle Alpi e Coppa Mitropa tutte in maglia Viola e la storica affermazione, come detto, nell’Europeo 1968 con l’Italia.

Enrico, Lei ha giocato molte partite contro la Juventus nell’arco della sua carriera: che Juve era?

“Era una Juve fortissima, spettacolare ed imprevedibile: basti pensare che io ho giocato contro Boniperti, Charles e Sivori. Si trattava di una squadra che giocava un calcio bellissimo e, nonostante tutto, sono riuscito a non perdere contro i bianconeri quando con il Cagliari abbiamo vinto il campionato: di fatto, ce lo giocammo a Torino, pareggiamo e, da lì, spiccammo il volo verso il Tricolore. La Juventus è sempre stata una grande squadra, la più titolata di tutti e la più tifata”.

Quando la Juventus venne a giocare a Cagliari, l’accoglienza era sempre calda…

“Quando una squadra come la Juventus gioca in qualsiasi parte d’Italia ha sempre un sacco di tifosi, mescolati magari con quelli della squadra di casa e, tante volte, credo che fossero proprio di più quelli che tifano Juve piuttosto che i locali”.

Una tappa importantissima della sua carriera fu la Fiorentina: com’era giocare contro la Juventus?

“Per la Fiorentina, la Juventus era la squadra da battere in particolare: nel senso che, se sconfiggevi la Vecchia Signora, era un po’ come aver vinto il campionato. La Juventus è sempre stata la squadra più forte d’Italia”.

Lei ha vinto il Campionato Europeo del 1968 con la maglia della Nazionale Italiana, giocando con molte leggende juventine come Zoff, Bercellino, Castano, Salvadore ed Anastasi (che aveva concluso la sua esperienza con il Varese per sbarcare di lì a poco in maglia bianconera).

“Erano giocatori molto bravi e con la vittoria dell’Europeo è partita la spedizione del Mondiale di Messico 1970 in cui era presente una base di calciatori del Cagliari. Al Mondiale, partimmo con l’idea di passare il primo turno: all’inizio giocammo un po’ contratti, ma superato lo scoglio, prendemmo l’abbrivio per arrivare sino alla Finale persa contro un Brasile eccezionale. Nella selezione brasiliana, c’erano, tra i tanti, Pelè, Rivelino, Jairzinho, Carlos Alberto e Gerson: giocatori che il Brasile non avrà mai più”.

Com’è stato giocare contro Pelè?

“Ho giocato molte volte contro Pelè, sia in amichevole che in finale con l’Italia a Messico ’70 e mi ha sempre fatto gol. Forse, è stato l’unico giocatore che, nella mia lunga carriera, ogni volta che ci giocavo contro mi segnava sempre: non per niente ha messo a referto tutte quelle reti in carriera”.

Lei ha giocato contro campioni assoluti che hanno fatto dell’umiltà una delle colonne portanti del loro modo di vivere…

“Il calcio è cambiato con l’avvento dei procuratori: televisioni, pubblicità, contratti 4-5 anni molto onerosi e calciatori che non rinnovano per andare in squadre che li pagano di più. Una volta, c’era più attaccamento alla maglia ed alla squadra”.

Tornando alla sua carriera, l’importantissima avventura con il Milan, con cui ha giocato 6 anni per un totale di 233 presenze, e la chiusura all’Elpidiense in C2: come è stato il passaggio dalla Serie A alle categoria inferiori?

“Lì è stata la passione: mi hanno chiesto di fare allenatore-giocatore e sono andato. Sono stato benissimo, mi sono divertito; era una squadra non eccezionale ma abbiamo fatto benissimo il primo anno, mentre la seconda annata, in allenamento, scontrandomi con il portiere di riserva, mi ruppi il crociato collaterale e dovetti smettere. Da lì, l’Elpidiense è crollata ed è retrocessa e, personalmente, ho dovuto rinunciare a tutto”.

Ringrazio di cuore Enrico Albertosi per la disponibilità dimostrata durante la nostra intervista.

Valerio Pieraccini